
Ieri pomeriggio, in Versilia, di fronte a un mare luccicante sotto il sole, assopita dalla canicola imperante, in un momento di pausa dal rilassamento assoluto, mentre me ne stavo distesa sul lettino ad abbronzarmi e a godermi la brezza marina, quando soffiava, mi sono messa a scrutare l’orizzonte e le file di ombrelloni, sotto i quali è sempre un brulichio di vite… Lo sguardo, a dire il vero un po’ appannato, ha colto scenette di ogni genere: l’immancabile rito della crema da spalmare che qualcuno spalma a qualcun altro, una signora che fuma una sigaretta ( Allarme! Ma non sa che l’accoppiata fumo-sole sono il peggio del peggio per la pelle!!!), due vicine di ombrellone ridere, chissà per cosa, un bambinetto fare i capricci, un neonato che se la dormiva a dispetto di tutto e un venditore di parei e salviettoni da mare che, con la scusa di mostrare la mercanzia, si riposava seduto su un lettino, speranzoso di vendere. Ho proseguito nel mio monitoraggio sino a due cappelli di paglia che spuntavano da due sedie a sdraio: non riuscivo a scorgere chi li indossasse, dalle mani, che intravvedevo, due donne ( e meno male data la vezzosità dei copricapo!) prese dalle confidenze, o forse solo ben educate, che non strillavano i fatti loro a tutta la spiaggia, come facevano i due corpulenti uomini russi dell’ombrellone vicino al mio. Un cappello denotava un gusto classico, elegante e romantico: tesa larga, ondulata e fiori rosa su un nastro,

l’altro più sobrio, con una semplice fascia scura, quasi austero.
La fantasia ha cercato di immaginare i volti che i cappelli proteggevano. Il primo mi ha indotto a pensare a una signora con la messa in piega recentissima, un tocco di rossetto rosa, in tinta con lo smalto che ho intravvisto, e un volto distinto, raffinato; l’altro a celare un viso più abbronzato, forse più segnato dalle rughe e comunque più massiccio, non bello ma interessante e rivelatore di una volontà di ferro. Chissà perché ho perso tempo in queste ipotesi? Ma che altro avevo da fare!
Mi sono sdraiata di nuovo ma, sentendo le due signore muoversi, una ventina di minuti dopo il mio farmi gli affari altrui, mi sono rimessa a sedere per vederle, quasi cambiasse qualcosa! Beh, che sorpresa! Sono risultate essere l’esatto contrario di quello che avevo supposto! Va beh, i cappelli mi hanno fuorviato e ho attribuito all’una caratteristiche dell’altra… Rivestitesi, si sono scambiate il cappello che, chissà perché, si erano prestate. Ma, allora…